08/08/1929
Giuseppe Lo Faro
Descrizione
La mattina dell’8 agosto 1929 Giuseppe Lo Faro, catanese di 46 anni, uccide con 8 colpi di coltello la sua amante, la ventiseienne Maria Flores, nella stanza al 2° piano in cui la donna abitava, in vicolo Portacarrese 18 nel quartiere di Montecalvario a Napoli. I due si erano conosciuti alcuni anni prima a Catania e avevano convissuto per alcuni mesi. Poi Lo Faro era stato condannato ad un anno di reclusione per contrabbando di saccarina e Flores era stata rimpatriata nella sua città, Napoli, con foglio di via obbligatorio per “ragioni di moralità”.
All’uscita dal carcere, l’8 luglio, Lo Faro ipotizza in uno scambio epistolare con Maria Flores di trasferirsi a Napoli, e, precorrendo i tempi, si presenta dalla donna il 5 agosto, trovandola inaspettatamente distaccata. Flores, infatti, identificata come artista teatrale, che viveva di stenti ed era dedita all’esercizio clandestino della prostituzione, intratteneva una relazione anche con un altro uomo, un tal Eugenio, anch’egli catanese, che proprio in quei giorni aveva sostenuto con successo un esame come chauffeur a Torino e doveva passare a Napoli a trovarla. Alla confessione della donna di non poter troncare immediatamente quest’altra relazione, Lo Faro reagisce colpendola con un coltello a serramanico, poi si affaccia alla finestra e chiede aiuto, confessando il delitto. La donna, portata all’ospedale Pellegrini, morirà poco dopo in seguito alle 8 ferite da punta e da taglio, al collo, al torace, alla regione epigastrica, a quella soprapubica e al lato interno del cranio sinistro. La tesi della difesa è che Lo Faro fosse morfinomane e quindi infermo di mente e che il coltello usato nel delitto fosse stato estratto dalla propria borsetta da Maria Flores, che avrebbe scherzosamente minacciato l’amante per gelosia. La perizia psichiatrica condotta dal professor Eugenio La Pegna e dal dottor Gerardo Ansalone, riconosce però Lo Faro sano di mente, affermando che: «il grave reato è rapportabile unicamente alla sua costituzione degenerativa genuinamente criminale». La dipendenza dalla morfina sarebbe del resto anteriore al 1927, periodo della detenzione in carcere durante il quale Lo Faro si sarebbe disintossicato. La Corte respinge entrambe le tesi e dichiara Lo Faro colpevole di omicidio condannandolo a 21 anni di reclusione e a 3 di libertà vigilata dopo la scarcerazione, ai sensi dell’articolo 364 del Codice penale. Visti i precedenti penali dell’imputato – condannato per correità in adulterio, per appropriazione indebita, per falsità in cambiale, per fabbricazione clandestina di sapone, per contrabbando di saccarina e altri reati – non vengono concesse le attenuanti, così come viene negata l’attenuante passionale per provocazione, del resto abrogata dal codice penale Zanardelli nel 1898.
Estremi cronologici
08/08/1929 – 06/07/1932
Luogo/i
Napoli, vicolo Portacarrese 18
Vittime
Flores Maria (ID: 366)
Criminale
Lo Faro Giuseppe (ID: 367)
Processi
Crimini
Esemplari

09/08/1929
La stanza dove è stata accoltellata Maria Flores (veduta d'insieme della parete destra e della parete posteriore)
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09/08/1929
Le macchie del sangue della vittima nella stanza dove è stata accoltellata Maria Flores
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09/08/1929
Il sangue della vittima sulla porta della stanza dove è stata accoltellata Maria Flores
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09/08/1929
Particolare del sangue della vittima sul balcone della stanza dove è stata accoltellata Maria Flores (ripresa dall'alto)
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09/08/1929
Il cadavere di Maria Flores nella sala anatomica giudiziaria (ripresa dall'alto)
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09/08/1929
